Il Prof. Roberto Burioni tranquillizza e spiega quanto siano efficaci i protocolli di sicurezza adottati negli Studi:
“In realtà, gli odontoiatri e gli igienisti dentali sono da sempre 'al fronte' nel controllo delle malattie infettive. Il dentista e l’igienista possono trasmettere (o possono contrarre) HIV, HCV e numerose altre pericolose malattie virali, che da sempre sanno come controllare. Di conseguenza, si sono mossi anche per liminare al massimo la possibilità di contrarre o diffondere ai loro pazienti COVID-19”, spiega il prof. Burioni sul sito.
“Oltre alle solite pratiche in atto da sempre per contrastare la diffusione dei virus elencati sopra – informa il prof. Burioni – in questo periodo, come da indicazioni del Ministero della Salute, la categoria prima di tutto ha gestito gli appuntamenti in modo tale da evitare sovrapposizioni e affollamenti in sala d’attesa e ad assicurare nelle sedute il distanziamento sociale.”
“Tutto questo sforzo organizzativo ha consentito, – conclude – anche in questi mesi difficilissimi, di operare su pazienti che non possono portare la mascherina e di proseguire nell’attività di terapia e di prevenzione in tutta sicurezza, facendo sì che ai disagi e ai pericoli del COVID-19 non si debbano sommare anche quelli derivanti dalla trascuratezza dovuta all’emergenza.”
Uno studio ADA rivela come la percentuale di dentisti contagiati dal COVID-19 sia inferiore all'1%.
Uno studio dal titolo “Proiezioni di contagio da COVID-19 tra i dentisti degli Stati Uniti e misure di prevenzione”, promosso dalla American Dental Association Science and Research Institute e dall’Health Policy Institute, effettuato lo scorso giugno, fissa sotto l’1% la percentuale dei dentisti operanti sul territorio nazionale positivi al COVID.
Lo scorso giugno, ricercatori provenienti da ADASRI e HPI avevano invitato i dentisti statunitensi, operanti tanto nel settore pubblico quanto nel privato, a partecipare ad un questionario online; questo poneva loro domande relative alla presenza di sintomatologia ascrivibile al COVID sofferta da loro stessi o da loro collaboratori, alle misure di contenimento della pandemia implementate all’interno dei loro studi e alle condizioni generali di salute psicofisica dei partecipanti al test. Solo lo 0,9% dei dentisti totali operanti negli Stati Uniti è stato considerato come possibile portatore di COVID, con un margine di errore dello 0,5%. “Questa è una notizia estremamente positiva per pazienti e dentisti allo stesso modo” - confida il Dottor Marcelo Araujo, PhD e CEO della ADASRI, responsabile di punta del settore scientifico ADA e autore primario del report - “Questo significa che quanto i dentisti stanno facendo, in fatto di aumento delle precauzioni contro la diffusione del virus e rinnovata attenzione per la salute di pazienti e team odontoiatrici, sta funzionando.”
In marzo, il New York Times aveva segnalato l’Odontoiatria come una professione ad alto rischio di contagio da COVID-19 basandosi sui dati raccolti tramite O*NET, un database mantenuto dal Ministero del Lavoro. Era stato postulato che la pratica odontoiatrica potesse favorire la trasmissione del virus a causa dello stretto contatto tra medico e paziente e poiché molte delle procedure odontoiatriche generano aerosol, il quale potrebbe aiutare a diffondere il patogeno a partire da individui infetti.
Perché, dunque, lo studio odontoiatrico, che potrebbe teoricamente essere uno dei luoghi a rischio di infezione, è invece uno dei più sicuri?
“Il fatto che l’Odontoiatria sia stata dipinta come una delle professioni più a rischio di contaminazione, ma che allo stesso tempo si presenti come una delle professioni sanitarie con la percentuale di positivi più bassa, non è una coincidenza” - spiega Marko Vujicic, vicepresidente dell’ADA Health Policy Institute - “La professione ha raccolto questa sfida con serietà e determinazione, e i risultati si vedono."
Se, allora, gli Studi odontoiatrici possono considerarsi un luogo sicuro, presso la Clinica Regina Salutis siete in una botte di ferro!
Nella foto: un nostro operatore odontoiatrico abituato all'utilizzo del casco di protezione anti COVID-19 a maggior tutela dei pazienti.
Tale protocollo, non abituale per la maggior parte delle cliniche, garantisce il massimo della sicurezza per i nostri pazienti.
A dimostrare il nostro impegno nella tutela del paziente il fatto che nessuno del nostro personale (medici, operatori sanitari, amministrativi) abbia mai contratto il COVID-19.